Silvano Zompicchiatti
Krivapeta al fiume
Tra gli schizzi dell’artista Silvano Zompicchiatti emerge quello che ritrae una curiosa immagine femminile dai piedi ritorti. Si tratta di una figura mitologica spesso protagonista inquietante dei racconti della tradizione popolare delle Valli del Natisone. Krivapeta così veniva chiamata. Molte sono le leggende ad essa legate che la rappresentano come una donna dall’aspetto poco gradevole e con i piedi irrimediabilmente rivolti verso l’interno. Giudicata come strega dotata di poteri malefici, veniva temuta e allontanata della società civile tanto da essere costretta a vivere una vita da eremita in grotte site lontano dal paesi.
Con lo sguardo concentrato sul suo disegno, Silvano Zompicchiatti si diletta a commentarlo offrendo una spiegazione frutto di ricerche e di attente letture da cui traspare una prospettiva estremamente interessante e dignitosa della Krivapeta.
L’evidente malformazione fisica che etichettava come un marchio indelebile queste sfortunate donne era motto spesso la conseguenza di danni provocati da parto podalico che costringeva la levatrice a difficili manovre per permettere at bambino di venire alla luce. Talvolta Ie Krivapete erano ragazze belle e ammirate dai giovani ma orgogliose al punto da rifiutarne ij corteggiamento nel momento in cui la deformità veniva sottolineata anziché accettata. Preferivano cosi abbandonare la società civile e vivere tre i boschi. I contatti tra di loro venivano mantenuti e periodicamente si riunivano presso la fonte di Star Ceded nei pressi di San Leonardo.
Attraverso una pratica attenta e costante le Krivapete apprendevano tutti i segreti e le proprietà curative di piante, fiori e bacche. Iniziarono a trarne unguenti, medicinali e rimedi vari. Non era affatto raro che la gente del villaggi le consultasse per risolvere malattie fisiche. Queste donne che la vita aveva duramente colpito, nella realtà riuscivano con tenacia a crearsi un’attività che consentiva loro di condurre un’esistenza anche senza una figura maschile al loro fianco. In un contesto in cui l’uomo veniva considerato l’unico in grado di garantire il sostentamento alla propria famiglia, queste figure femminili, libere e indipendenti, rappresentavano una minaccia per il potere maschile e di conseguenza per sminuirne l’immagine. iniziarono a venire denigrate come iettatrici, brutte e malefiche. A conclusione di questa breve narrazione possiamo forse affermare che le Krivapete rappresentarono la prima forma di femminismo nelle Valli del Natisone?